Editoriale

Giro d’Italia tra le eccellenze del Paese. Lo stato dell’arte dell’enterprise imaging

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All’ultimo convegno della Radiological Society of North America (RSNA) che si è svolto nel 2020 in piena pandemia, la parte del leone l’ha fatta il tema delle tecnologie dell’enterprise imaging (EI). Secondo medici, professionisti e aziende, pur rimanendo una nicchia all’interno del vasto mondo della digital health, le soluzioni di EI sono destinate a diventare in un futuro molto prossimo il principale mezzo di integrazione delle informazioni cliniche in un unico ambiente, immediatamente accessibile da qualunque luogo e in qualsivoglia modalità, sempre funzionante e disponibile, sicuro.

L’attenzione dei partecipanti si è concentrata su alcuni aspetti chiave legati all’EI, tra cui le opportunità offerte dall’integrazione dei sistemi di ultima generazione con il work flow ospedaliero, le problematiche connesse alla cyber security, le possibili sinergie tra enterprise imaging e intelligenza artificiale (AI).

Su quest’ultimo aspetto, la discussione all’RSNA 2020 si è spostata dalla spiegazione di come funziona l’AI e quali implicazioni comporti la sua adozione da un punto di vista normativo,  alla domanda principale di come le tecnologie basate su algoritmi artificiali aiuteranno i radiologi o gli ospedali a migliorare il loro flusso di lavoro e la cura dei pazienti.

La maggior parte degli algoritmi di intelligenza artificiale viene integrata nel back-end dei PACS o nei sistemi di enterprise imaging + come ausili per il flusso di lavoro che funzionano in modo “trasparente”. Gli algoritmi sviluppati dalle aziende tecnologiche più avanzate possono identificare il protocollo di imaging utilizzato e inserire automaticamente esami compiuti nel passato e anamnesi del paziente rilevanti per l’organo o la sezione del corpo da riprendere. L’ultima versione di Philips Advanced Visualization Workspace (IntelliSpace Portal 12) ad esempio presenta un robusto set di nuove funzionalità di valutazione quantitativa assistita da AI e di generazione automatica di risultati per supportare il flusso di lavoro diagnostico, inclusi il follow-up e la comunicazione tra cardiologia, pneumologia, oncologia e neurologia.

Stante tale sviluppo nel mercato, in questo nuovo numero di ReadHIT abbiamo deciso di approfondire il tema dell’enterprise imaging (di cui ci siamo già occupati nel recente passato) con però un “taglio” nuovo, quello relativo alle sfide principali delle soluzioni di diagnostica per immagini, chiedendo alle eccellenze mediche e ospedaliere del nostro Paese di raccontarci esperienze concrete di implementazione di progetti di EI. A fronte di quali problematiche sono state implementate, quali ostacoli ha incontrato la loro realizzazione e soprattutto in cosa consistono i principali risultati ottenuti? Ne esce un quadro complessivo sulla situazione dell’EI nel nostro Paese e, più in generale, una fotografia del livello di digitalizzazione della pratica e della cultura medica italiana.

Ci auguriamo che le storie e i contributi ospitati in questo numero favoriscano un processo virtuoso di studio e approfondimento capace di sostenere una sempre maggiore e più veloce consapevolezza sull’utilità delle tecnologie al servizio della sanità.

Nel nostro Paese il processo di digitalizzazione è stato spesso inteso come “dematerializzazione” dei documenti cartacei e non come trasformazione del modo di operare… Siamo quindi in grave ritardo rispetto ad altre nazioni europee proprio perchè la resistenza al cambiamento – operativo, organizzativo e culturale – rimane forte e il prendere decisioni sulla base dei dati non è ancora il paradigma accettato dai più…

Buona lettura.

A cura della redazione