Editoriale

L’ospedale del futuro

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Alla luce della crisi sanitaria in atto si è diffuso un pressoché unanime consenso sulla necessità di accelerare la riorganizzazione dei servizi sanitari. Sono convinto che tale percorso non possa limitarsi ad un mero aumento del numero di posti letto o della loro “complessità” negli ospedali; è necessario piuttosto adottare un set complesso di azioni a livello di assistenza primaria capace di migliorare la capacità di identificare e controllare i casi, monitorare i pazienti a casa e di identificarne le complicanze precoci. Un processo che ha a che fare con l’educazione della popolazione, nonché con la capacità di mantenere i servizi per i pazienti con patologie acute o croniche che richiedono cure prioritarie.

 

Ripensare e riprogettare gli ospedali è il tema chiave, come ricordato tra l’altro da un recente articolo apparso sul Wall Street Journal passando in rassegna alcuni cambiamenti organizzativi e strutturali realizzati dalle strutture ospedaliere più avanzate in diversi Paesi del mondo e considerando quelle più efficaci il pezzo si interroga su quali di questi cambiamenti rimarranno nel prossimo futuro. Il modello cui tendere a mio avviso può essere riassunto nel concetto di Ospedale “elastico”. Ma cosa intendiamo con tale espressione?

Nel nostro recente Convegno Nazionale AIIC abbiamo concordato sul concetto di Ospedale “elastico”, intendendo una struttura (non solo fisica, ma funzionale) capace di rispondere elasticamente a differenti sollecitazioni e trovando nella flessibilità il suo valore vincente. Un modello di struttura ospedaliera che integra in tutti i processi le moderne tecnologie e supera i confini “fisici” del Pronto Soccorso e dei singoli Reparti includendo i presidi territoriali e il domicilio dei pazienti.

Questo nuovo modello ospedaliero sarà innanzitutto una struttura sicura e non un amplificatore di contagio come avvenuto all’inizio dello scoppio della crisi sanitaria Covid secondo i risultati dello Studio del Department of Critical Care Medicine dello Zhongnan Hospital di Wuhan: condotto sui primi 138 casi di contagio in Cina, la ricerca conclude che il 41% dei pazienti ha contratto il virus durante il ricovero. (https://jamanetwork.com/journals/jama/fullarticle/2761044)

Soprattutto l’ospedale del futuro inaugurerà una vera rivoluzione copernicana, modulando l’offerta di cura in base alla domanda, destinata sempre più a variare al mutare di numerosi fattori, dall’invecchiamento della popolazione, alla necessità di assicurare un’elevata qualità della vita dei degenti fino alle accelerazioni e decelerazioni determinate da ondate di crisi sanitarie e di pandemie.

Il percorso di ripensamento delle strutture ospedaliere è solo all’inizio ma ha già mostrato le straordinarie potenzialità che è capace di attivare, in termini di risorse, impegno, progettualità e idee. Con questo numero dedicato di ReadHIT attraverso case, studi e contributi editoriali cerchiamo di approfondire il tema, con l’auspicio di poter contribuire anche in minima parte al dibattito in atto per trasformare infine la crisi in atto in un anno zero per il sistema sanitario.

Buona lettura.

Lorenzo Leogrande

Alberto Ronchi