Monthly Key Topic

eHealth: 5 sfide lanciate dall’emergenza Covid-19

L’E-Health può rappresentare un vero paradigma di innovazione se ha la capacità di coniugare tra loro in modo coerente le nuove tecnologie, i percorsi clinici e i processi gestionali e amministrativi, la cultura degli operatori del Sistema Sanitario.

L’emergenza sanitaria del Covid-19 se da una parte mette sotto pressione il sistema sanitario offre anche un’occasione unica per imprimere un’accelerazione decisiva al processo di integrazione della tecnologia nella Sanità. Affinché tale occasione non vada sprecata tuttavia appare necessario affrontare alcune questioni ancora irrisolte. Un gruppo di lavoro integrato promosso da AIIC, HIMMS Italian Community e AISIS ha individuato 5 sfide per l’eHealth che se indirizzate positivamente possono rappresentare un vero volano di crescita per il sistema sanitario e quello Paese, offrendo al contempo un contributo professionale al dibattito pubblico in atto sugli ambiti prioritari cui destinare gli ingenti investimenti pubblici (e privati) che si renderanno disponibili nel prossimo futuro a livello nazionale e europeo.

La centralità delle competenze

La crisi del Covid-19 in Italia ha ribadito l’improrogabilità di una riorganizzazione della Sanità Pubblica che metta al centro le competenze gestionali e di project management del personale medico, infermieristico e amministrativo. “Il rischio che si corre” – sottolinea Lorenzo Leogrande, Presidente di AIIC – “è che l’amministrazione sanitaria, nei suoi diversi livelli, sottostimi la complessità organizzativa e gestionale legata a una seconda ondata Covid-19 o a prossime crisi pandemiche”.

L’adozione della tecnologia da parte del personale del Sistema Sanitario incontra ancora forte resistenze culturali: è necessario “far digerire” il cambiamento, innescando e governando un processo di change management che, come ogni processo culturale, richiede investimenti e tempo.

Sfruttare appieno le tecnologie

Se molto è stato fatto per la diffusione delle moderne tecnologie hardware e software nel Sistema Sanitario e al loro incardinamento a livello centrale e territoriale, è altrettanto vero che la sola disponibilità tecnologica di per sé è insufficiente. Secondo Paolo Locatelli, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano “le tecnologie che servono al sistema sanitario sono in larga parte già disponibili, alcune aziende sanitarie durante la pandemia ne hanno usato bene le potenzialità – è il caso ad esempio dell’utilizzo della cartella clinica digitale – altre meno.” Pur avendo raggiunto importanti risultati alcune innovazioni non erano nate per gli scopi per i quali sono state impiegate durante la crisi. Nel prossimo futuro quindi la diffusione tecnologica dovrebbe essere accompagnata da una maggiore conoscenza delle potenzialità degli strumenti a disposizione e delle relative capacità di utilizzo. L’emergenza pandemica ripropone in tutta la sua attualità il tema dell’appropriatezza nella selezione delle nuove tecnologie, la cui gestione non dovrebbe essere governata in modo estemporaneo ma da un sistema organizzato di Health Technology Assessment.

Interoperabilità

Sfida centrale per il prossimo futuro è fare in modo che i sistemi tecnologici delle diverse aziende ospedaliere si integrino reciprocamente. Questo vale sia per le tecnologie legate all’erogazione delle cure che per quelle abilitanti i processi di gestione e lo scambio di informazioni. “In piena crisi Covid-19 – ricorda Elena Sini Membro del Board of Directors e Chair del EU Governing Council di HIMSS – anche gli ospedali che, negli ultimi anni, avevano implementato con successo gli standard internazionali di interoperabilità per la condivisione dei dati e delle informazioni cliniche, come appunto gli ospedali italiani certificati HIMSS EMRAM Stage 6, si sono ritrovati a scambiare i dati utilizzando file Excel. A livello regionale e nazionale non si è purtroppo saputo cogliere appieno il beneficio del corretto approccio alla gestione dei dati laddove presente”. Conclude Sini “è quindi oltremodo urgente focalizzare la nostra attenzione su questi temi e promuovere la cultura e le buone pratiche di standardizzazione ed interoperabilità nello scambio di dati ed informazioni cliniche”.

Verso un marketing sociale

La comunicazione in Sanità ha giocato e giocherà sempre più un ruolo centrale sia nel rapporto medico-paziente – si pensi ad esempio al progressivo ricorso massiccio alla telemedicina o alla ricetta medica elettronica – sia nel rapporto tra Sistema Sanitario e cittadini nel loro complesso. Non è sostenibile infatti pensare di affidare la gestione di eventuali prossime crisi pandemiche alla sola riorganizzazione degli ospedali o al semplice potenziamento dei reparti di terapia intensiva.  Sarà invece necessario investire ingenti risorse in campagne di prevenzione di massa, sfruttando al massimo le potenzialità delle tecnologie della comunicazione. Le campagne di prevenzione condotte in passato quali ad esempio quella anti-influenzale si sono rivelate largamente insufficienti e inefficaci proprio perché non hanno saputo realizzare appieno operazioni di marketing sociale.

Un nuovo approccio strategico alla tecnologia

Durante la pandemia il Sistema Sanitario ha dato prova di grande capacità di resilienza e di innovazione, ma allo stesso tempo è emersa la necessità di superare una logica puramente emergenziale – e individuale – adottando una strategia generale di interventi e investimenti di più ampio respiro. L’innovazione tecnologica per espletare i propri effetti dev’essere messa a sistema e ha bisogno di programmazione perché la sua efficacia dipende in larga parte dalla stabilità dei processi e dalla piena conformità alle norme, regole e standard di settore. Investimenti tecnologici programmati inoltre possono facilitare la collaborazione tra imprese e sistema sanitario, consentendo un’ottimizzazione degli investimenti in ricerca e sviluppo e la loro destinazione ai campi applicativi più utili al Sistema Sanitario.